mercoledì 30 luglio 2008

Il nome di una barca da pesca

Il gozzo di Antonio Cafiero, nel 1919, era una barca da lavoro.
Il lavoro, in mare, dipende anche da fattori imponderabili, spesso indipendenti dalla capacità o la buona volontà di marinai e pescatori. E l'imponderabile può essere influenzato solo dal soprannaturale.
La fede e la superstizione degli uomini di mare sono proverbiali, da sempre, e affidare una barca alla protezione divina era l'unica assicurazione contro sfortune e pericoli. Chiamare la barca col nome di un santo onomastico, o di un'immagine sacra, significava identificarlo con essa, chiamandolo a condividerne la sorte, e al tempo stesso sacrificare l'orgoglio del possesso.
A Meta l'esistenza stessa del paese è dovuta alla presenza della statua della Madonna del Lauro, venerata come protettrice di naviganti. Decine di ex-voto marinari testimoniano la sua importanza per la gente di mare del posto, e la chiesa stessa, in origine dedicata "al Salvatore", da secoli è conosciuta con il nome della Madonna del Lauro.
Anche il gozzo da pesca di Antonio Cafiero si chiamava così, quindi, come chissà quante altre barche, e il gozzo che verrà ricostruito da Michele Cafiero, nel 2008, rispetterà la tradizione, e porterà il nome originale.
Si chiamerà "Santa Maria del Lauro".

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