sabato 30 agosto 2008

La chiglia

Si può dire quello che si vuole della chiglia di una barca: che è la spina dorsale dello scafo, che è l'unica, o almeno la più antica struttura costruita dall'uomo per resistere a sforzi ortogonali, etc.
Ma la verità mi appare chiaramente quando la vedo sugli scanni del cantiere di Mast'Antonio, pronta ad essere lavorata, ed è una verità spoglia di ogni retorica tecnica o poetica: è una trave.
Una semplice, grossa trave di legno duro come pietra e altrettanto pesante, su cui si incastreranno le ordinate e le strutture di prua e di poppa, già pronte in un angolo della grotta.

Sembra tutto troppo semplice, e infatti dev'esserci un trucco, perchè Michele e il padre si affannano per un tempo interminabile a fare misurazioni accurate e a tracciare segni (scaramantici?) lungo la "trave". Poi cominciano a tagliare e a raffinare (con l'ascia!) le due estremità, per preparare l'incastro a "palella" dove nasceranno la prua e la poppa. Sembra solo un abbozzo, e invece la chiglia (la trave...) è pronta. Ora i pezzi di legno, travi e tavole, diventeranno una barca.

martedì 26 agosto 2008

"Se non si imposta la chiglia..."

Da quando ho cominciato a seguire i lavori di "Mast'Antonio" e Michele Cafiero, sono stato spesso sorpreso dai commenti disillusi, increduli o apertamente scettici sulla effettiva costruzione del gozzo "S. Maria del Lauro", versione 2008.
La frase che veniva ripetuta più spesso era "Se non hanno impostato la chiglia, la barca non la fanno", pronunciata quasi sempre, devo dire, con sincero rammarico.
Ma... ma i lavori proseguivano, a volte alacremente, a volte pigramente, seguendo una curva che ricalcava gli umori di Michele e del padre, la qualità dei loro rapporti e i malumori del mare, che spesso arrivava a "mettere le mani addosso" al cancello della grotta, superando i resti della spiaggia, erosa dal "porto". Escludevo che le mie foto fossero illusioni, e che lo spirito allegro di Michele e di suo padre avesse ispirato un elaborato scherzo. La barca stava effettivamente nascendo sotto i miei occhi, e i miei obiettivi.
Ma la chiglia?
In tutti i cantieri di barche effettivamente si parte dalla chiglia, poi su quella, con i mezzi garbi di legno, si impostano le ordinate, il fasciame e così via.
Questo cantiere, però, ha poco spazio, è in una grotta che è usata anche per il rimessaggio e l'alaggio di barche di ogni tipo. E Mast'Antonio ha imparato il mestiere dai Maestri d'ascia che costruivano brigantini a palo e navi goletta nei cantieri di Alimuri. Qui non hanno bisogno di impostare prima la chiglia, perchè seguono un disegno "tracciato", ogni pezzo deve corrispondere esattamente al disegno, quindi è indifferente l'ordine di costruzione. Non appena le ordinate, la ruota di prua e il dritto di poppa saranno pronti, verrà impostata la chiglia, e allora si vedrà nascere la barca, come in una notte. Forse sarà questo lo scherzo di Michele e Mast'Antonio...

giovedì 21 agosto 2008

Prua e Poppa

La chiglia, la ruota di prua ed il diritto di poppa sono le strutture primarie di una barca. Tutti gli sforzi che lo scafo sopporterà faranno perno su di loro, come sulla chiave di volta di un arcoIl legno, di conseguenza, deve essere di "prima scelta" e ben stagionato: come ci insegnano i "vecchi" maestri d'ascia la chiglia sarà di leccio(una specie di quercia), la ruota di prua ed il diritto di poppa di olmo.
Questi tre pezzi saranno tenuti uniti da un particolare incastro, l'incastro " a PALELLA di primo ordine con tacco di forza e caviglia ferma acqua". La caratteristica principale di questa tecnica è di distribuire gli sforzi lungo la curvatura del legno, senza cioè forzare la giunzione tra i pezzi, che potrebbero separarsi. Invece così tutte le forze che "attaccheranno" la barca spingeranno i pezzi l'uno contro l'altro, tenendoli uniti e aumentandone la capacità di resistenza.

giovedì 14 agosto 2008

Ossa di legno

L'ossatura della barca sarà composta dalle "costole", le ordinate, e da una chiglia che farà da "spina dorsale". A differenza delle ossa, ordinate e chiglia devono essere costruite e collegate in modo che la barca sia rigida, per non deformarsi sotto le forze che agiranno su di lei.
Ma la rigidezza non deve essere superiore alla resistenza dei materiali che la compongono: in una barca classica, legnami di diversa consistenza ed elasticità.
Sfruttando le forme e le venature naturali del legno, tagliato e unito secondo linee ed incastri collaudati da secoli, i vari pezzi dell'ossatura diventano un tutt'uno, una macchina fatta per resistere e reagire alle forze e ai carichi che l'attaccheranno da ogni direzione, con una resistenza ed una elasticità superiori a quelle di ogni singolo pezzo.

mercoledì 6 agosto 2008

L'ossatura

La classica immagine di una barca di legno in costruzione è quella di uno scheletro su cui, piano piano, crescono ossa e tessuti.
Prima di arrivare a questo, però, la fase del taglio delle "ossa", chiglia e ordinate, richiede pazienza e precisione.
"Mast'Antonio" Cafiero ha la precisione empirica che solo i "mastri" della sua generazione conoscevano.
Con l'aiuto della "righella dei cardamoni", lo strumento ricavato dal disegno del "traccio", le ordinate vengono liberate dal legno superfluo in cui erano rinchiuse, con la forma e l'inclinazione della barca che era nascosta nelle linee del disegno. L'odore del legno di gelso che viene segato, purtroppo, non si può fotografare, nè
filmare.



domenica 3 agosto 2008

Sogni e legnami


Perchè i sogni non si realizzano?
Per lo stesso motivo per cui "non si cantano messe"! All'inizio di qualsiasi progetto, specialmente della costruzione, si fanno i conti... con la realtà.
Costruire una barca costa. Costava già ai tempi del bisnonno, e costa ancora di più adesso. Il legno per "fare" il gozzo deve essere "buono": gelso e olmo per l'ossatura, leccio per la chiglia, pino per il fasciame, l'albero e l'antenna della vela latina. Alcuni di questi legni oggi sono difficili da trovare, altri sono diventati di qualità troppo bassa per la costruzione navale. Tutti costano.
E cominciavo a capire perchè c'è chi dice che "non si possono più fare le barche di una volta"... Se il legno costa, la manodopera non scherza, specialmente quella tanto specializzata. E in più
occorrono informazioni che sono difficili da trovare, difficili da interpretare, e ancora più difficili da mettere in pratica.
Per la costruzione del "S. Maria del Lauro" si sono fatti avanti degli sponsor. Ma questa era la barca del nonno di mio padre, che se la ricorda ancora, costruita in questa stessa grotta, su questa marina... E sono io quello che vuole vedere se si può fare! Accettare contributi alla costruzione significa rinunciare ad una parte di responsabilità.
La manodopera siamo noi, il legno, se si cerca, con tempo e denaro, si trova. Mio padre un po' di legno lo ha tenuto da parte dai vecchi tempi: il gelso, l'olmo, il leccio, pitchpine per l'albero e l'antenna. Purtroppo i pini di oggi sono troppo rovinati da parassiti e malattie, quindi il fasciame dovrà essere in mogano, ma i remi saranno di faggio, come devono essere. Prima faremo la barca, se si può fare... poi, forse, cercheremo gli sponsor!