
L'armamento a vela latina è stato tipico del Mediterraneo fino a pochi decenni fa.
Contrariamente a quanto veniva sostenuto fino a poco fa, le origini sono indiscutibilmente Mediterranee, e l'etimologia
a posteriori da "vela alla trina" palesemente errata: riproduzioni di navi a vela latina risalgono al I secolo a. C., nell'Alessandria di Antonio e Cleopatra. La sua diffusione e il perfezionamento nel mondo arabo e nell'Oceano Indiano ne videro la descrizione come la vela "latina", cioè dei popoli dell'ex
Mare Nostrum romano.
I gozzi da pesca del Golfo di Napoli usavano la vela latina solo in condizioni particolari, però. Era molto alta, e ingombrante durante la voga. La vela più usata era un'altra vela aurica, piccola, poco efficiente ma facile da manovrare, e poco ingombrante quando riposta: la cosiddetta "vela a tarchia".
E proprio come il gozzo originale, il nuovo "Santa

Maria del Lauro" avrà entrambi gli armamenti.
Michele ha scelto un'antenna molto lunga ed elastica, in pino bianco, e l'albero molto alto, sempre in pino bianco, per prendere meglio il vento.
Da una tavola squadrata, si tagliano via gli angoli, rastremando le estremità, e poi lavorando di pialla e carta vetrata, albero e antenna vengono raffinati fino a prendere la loro forma.
Da loro, dipenderà la forma della vela, e la velocità della barca.