mercoledì 28 luglio 2010

Giovanni Caputo

"Armare" una barca, ovvero attrezzarla con vele e "manovre", è un compito difficile e delicato. Piccole variazioni, insignificanti agli occhi di un profano, possono determinare grandi differenze in termini di prestazioni, affidabilità e sicurezza. La posizione dell'albero, la lunghezza e gli angoli di attacco delle "manovre fisse", i cordami che sostengono l'alberatura e delle "manovre correnti", o volanti, che consentono di governare la vela, sono frutto di esperienze secolari e il più delle volte empiriche, che una volta si tramandavano di padre in figlio, e oggi sono affidate al "rigger", l'uomo che "accorda" la barca. Il termine inglese, che si traduce come "attrezzatore", è ormai il più usato, perché questo mestiere, ancora richiestissimo nel campo della vela, in Italia è quasi scomparso.
Ma Giovanni Caputo, un uomo che ha fatto della sua passione un mestiere, e del suo mestiere un'arte, è uno degli ultimi attrezzatori di barche classiche, in particolare di vele latine. Un giorno è venuto a visitare il Cantiere dei Cafiero, e a vedere per la prima volta il gozzo "Santa Maria del Lauro", portando in tasca un dono a sorpresa per Mast'Antonio, Michele e la barca: uno dei suoi bozzelli in legno e rame, realizzati su ordinazione per barche d'epoca, nelle forme e misure richieste dalle necessità dell'armo. E in uno straordinario incontro di competenze ed esperienze superstiti, è nata una collaborazione tra i carpentieri e l'attrezzatore, che donerà al gozzo a vela latina "Santa Maria del Lauro" tutti i bozzelli necessari alla sua attrezzatura.

martedì 20 luglio 2010

L'albero e l'antenna

L'armamento a vela latina è stato tipico del Mediterraneo fino a pochi decenni fa.
Contrariamente a quanto veniva sostenuto fino a poco fa, le origini sono indiscutibilmente Mediterranee, e l'etimologia a posteriori da "vela alla trina" palesemente errata: riproduzioni di navi a vela latina risalgono al I secolo a. C., nell'Alessandria di Antonio e Cleopatra. La sua diffusione e il perfezionamento nel mondo arabo e nell'Oceano Indiano ne videro la descrizione come la vela "latina", cioè dei popoli dell'ex Mare Nostrum romano.
I gozzi da pesca del Golfo di Napoli usavano la vela latina solo in condizioni particolari, però. Era molto alta, e ingombrante durante la voga. La vela più usata era un'altra vela aurica, piccola, poco efficiente ma facile da manovrare, e poco ingombrante quando riposta: la cosiddetta "vela a tarchia".
E proprio come il gozzo originale, il nuovo "Santa Maria del Lauro" avrà entrambi gli armamenti.
Michele ha scelto un'antenna molto lunga ed elastica, in pino bianco, e l'albero molto alto, sempre in pino bianco, per prendere meglio il vento.
Da una tavola squadrata, si tagliano via gli angoli, rastremando le estremità, e poi lavorando di pialla e carta vetrata, albero e antenna vengono raffinati fino a prendere la loro forma.
Da loro, dipenderà la forma della vela, e la velocità della barca.